NESSUN DOVE

La scorsa settimana ho comperato due libri diversissimi tra loro, un saggio di Gianrico Carofiglio e un libro di Neil Gaiman, che dà il titolo a questo post, e li ho letteralmente divorati in pochi giorni.
Mi è piaciuta la singolare coincidenza per la presenza di una frase di Gaiman come prefazione del libro di Carofiglio, mi è piaciuta la location di Nessun Dove, ovvero Londra.... ma non la Londra che tutti noi conosciamo bensì "Londra Sotto" - una Londra sporca, buia e molto pericolosa e che, vi assicuro, nel mio prossimo viaggio londinese mi farà sicuramente osservare la città con occhi diversi. 
Nessun Dove non si può definire un libro di fantascienza né fantasy, piuttosto mi ricorda un po' una narrativa steampunk tipica dei fumetti sulle Leggende degli Uomini Straordinari o dei libri di Lemony Snicket e Gaiman ha un modo di narrare che mi ricorda Philip Dick e riesce, perfettamente, a rappresentare un tipo di visionarietà che mi appartiene. 
Mi sono piaciuti tutti i personaggi, persino i due cattivi Croup e Vandemar - talmente cattivi da sembrare quasi caricature - e che si presentano così al lettore (ed al telefono): "Croup e Vandemar: antica ditta. Annientamento ostacoli, eliminazione seccature, estirpazione arti fastidiosi e odontoiatria cautelare" ed è una presentazione all'acqua di rose. 
Mi è piaciuta l'evoluzione di Richard Mayhew dovuta alle avversità incontrate sul suo cammino nella Londra Sotto e che sicuramente non sarebbe avvenuta nella Londra Sopra.
Sia i libri di Lemony Snicket sia Nessun Dove ti fanno capire che le avversità non sono quelle che viviamo tutti i giorni, che si rivelano essere paragonabili a piccole mosche noiose e fastidiose; ad esempio i giovani Baudelaire, nei racconti di Snicket, perdono entrambi i genitori e sono sottoposti ad ogni tipo di disastro e agguato ma, trovano sempre "qualcosa"... perché c'è sempre qualcosa...
Qui Richard Mayhew, durante una serata tra amici si isola dai discorsi altrui e immagina, per un istante, il resto della sua vita (brano tratto dal libro): "... quella sera sarebbe tornato a casa con la ragazza, avrebbero fatto l'amore e,  dato che il giorno dopo era sabato avrebbero passato la mattinata a letto.  Poi si sarebbe alzato e insieme avrebbero tolto tutta la roba impacchettata nelle casse e l'avrebbero messa a posto. Nell'arco di un anno, forse meno, avrebbe sposato la ragazza, avrebbe ottenuto una promozione, avrebbero avuto dei bambini, si sarebbero trasferiti in periferia...e non sarebbe stata una brutta vita. Sapeva anche quello. A volte non c'è alternativa..." e si domanda "QUESTO E' TUTTO QUELLO CHE C'E'?"
Quando pone la domanda al suo miglior amico la risposta che ottiene è:  Richard, la realtà è questa. Cerca di abituarti, non c'è altro.
Anche per voi è così?
Non dirò come la penso e, soprattutto non rivelerò null'altro del libro ma, per chi l'ha letto, dirò soltanto che la porta c'è, basta trovarla.
Buona lettura.

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